Oh dolce Beatrice, Musa e amica,
ch’al limbo con asprezza m’ammonisci.
Luce e nebbia de’ sensi miei, pudica.
Monda l’anima mia, da me sortisci
‘l desiar in vita de li etterni beni,
e li pentimenti miei custodisci.
Poi ch’io al fiume Lete con te meni,
ché scordar tutto possa ne l’oblio,
de’ li peccati miei che tu sostieni.
Disgiugnasi da me ‘l pronome io,
e pria ch’ancor la colpa mi rimorda,
m’assalga l’onta per pagarne ‘l fio.
Matelda, ‘mbevami: ch’io tutto scorda.
Cantica (Espiazione e redenzione)