Distopia

Con la mia Macchina del Tempo,

veloce come un lampo

son volato nel futuro.

Ho impostato i tasti a caso:

2666 DC, Roma Caput Mundi.

C’era una folla immensa

sotto un balcone

e, sopra, una testa pelata a tener concione.

La folla urlava festante,

il braccio destro teso in avante.

Sentii come un groppo alla gola;

una smisurata arsura; il sudor che cola.

Ancora una volta caduti nella rete,

pensai.

La storia si ripete.

Distopia
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