Il blog di Eleonora Marsella recensisce e intervista Guido Rojetti per l’opera: “Com’è profondo il Male”

“Tutto il Male del mondo non era più tale, ma era diventato ai miei occhi un mezzo indispensabile per tenere lontano il desiderio. Lottavo contro l’implacabile silenzio verso il quale mi sentivo scagliato. Vivere non era mai stato così difficile.”

Com’è profondo il Male
di Guido Rojetti

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Casa Editrice: Youcanprint – 204 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook

Guido Rojetti ritorna a sprigionare la sua incredibile creatività con l’autopubblicato Com’è profondo il Male, che colpisce sia per l’originalità del contenuto che per la forma linguistica e stilistica usata. L’autore infatti si avvale di una combinazione di umorismo, giochi di parole e nonsense per la composizione di una raccolta di racconti dal tono amaro, accomunate dalla forza del Male. Un modo inedito e curioso per riflettere sulla malvagità degli uomini, ma tutto allo scopo di far scappare almeno una risata sulle labbra del lettore. Perché se è indubbio che il male sarà sempre parte di noi, lo è anche la capacità di ridere, che nella sua semplicità si rivela un’arma efficace per combattere il male. Stile fluido e forma curata fanno da padroni tra queste pagine, arricchite anche da immagini e fotografie di luoghi simbolo delle vicende narrate; il tutto ne fa una gradevolissima e divertente lettura per gli amanti della comicità. Da non leggere tutto d’un fiato per poterlo apprezzare meglio.

Come nasce questo libro?

Nasce dal titolo della canzone di Lucio Dalla, Com’è profondo il mare, e da lì, storpiarne il titolo per farne un calembour il passo è stato breve, anzi istantaneo.

Quale messaggio vuoi trasmettere?

Che la risata è terapeutica. Ridere allenta la tensione, è luce e ci dà un senso di potenza: se possiamo ridere, nello stesso tempo non possiamo essere tristi. Chi smuove la risata ha un potere, quello di sconfiggere e in un certo senso esorcizzare la paura, la tristezza, la noia, almeno nel momento in cui la risata scoppia fragorosa o semplicemente apre il nostro viso e lo illumina di divertimento, in una gioia a volte bambina. Un gioco, con le parole, la mimica, il senso o il nonsenso che ci fa davvero tornare piccoli, e in cui desideriamo leggerezza e spensieratezza, e le ritroviamo. Col riso, la nostra energia è risvegliata sia quando creiamo situazioni o battute divertenti che quando assistiamo a uno spettacolo comico.

Leggi il mio libro perché…

Perché si prefigge il benessere altrui, attraverso un sano e gioioso intrattenimento che giova a tutti.

Perché essere divertente fa bene a noi e agli altri.

Perché esorcizzare il nostro dolore e le nostre paure con una visione buffa del Male è un anestetico poderoso.

Progetti futuri?

I progetti immediati vanno in direzione diametralmente opposta e sono: la pubblicazione di un’enciclopedia di aneddoti che ho in stesura; I Grandi Romanzieri – Vizi, vezzi e virtù – Segreti, stranezze e pettegolezzi (circa 350 nomi).

L’altro progetto è un libro a scopo didattico per gli scrittori (affermati e non) dove a parlare, consigliare e mostrare i loro segreti (per tutti i generi letterari) sono gli scrittori stessi. E quindi dal titolo Parola di scrittore. Ovviamente, come per quello dei romanzieri, si tratta anche qui di un vasto lavoro di ricerca di testimonianze già scritte e di farne una raccolta mirata.

Conclusioni?

Questo libro mi ha donato gioia e divertimento (come sempre quando scrivo).

Se volessi utilizzare tre aggettivi per definire Com’è profondo il Male, userei questi: espressivo, divertente, mutevole, originale, riflessivo. Lo so, sono cinque… che faccio, lascio?

Gli scrittori umoristici a cui più mi ispiro sono: Alessandro Bergonzoni, Romano Bertola, Marcello Marchesi, Ennio Flaiano, Roberto Gervaso, Karl Kraus…

Per il resto, amo tutta la filosofia. Soprattutto la mia…

Concludo nel pormi una domanda che nessuno mi ha mai fatto, ma a cui avrei sempre voluto rispondere: perché scrivi?

Perché chi scrive si sopravvive. Sono uno spirito libro.

A cura di Eleonora Marsella, 19 Aprile 2022.

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