Oh tu,
sommo Barolo,
dionisiaco nettare di verità.
Fonte sanguigna
di spensierata beatitudine.
Del tuo sidro corposo
aspergo,
imperioso e fiero,
il mio palato
dove ti lascio danzare
in tondo come un derviscio
che si unisce al divino.
E ti sorseggio,
assaporando
gli effluvi che con soave
lentezza
sopprimeranno
ogni mio affanno
nello schiudermi
quel portale
segreto che conduce
all’oblio,
e all’oltrepasso
dell’invalicabile
soglia del tempo,
per rifulgere
nel lampo
di un’ebbrezza
stordente
di gioventù.
Ode al vino