Sassofonando

Suonò senza sosta, soffiando stucchevolmente sul sassofono, stonando.

Si sentì sensibile sofferenza serpeggiare strisciando sinuosamente subdola sulle spazientite signorilità site su sporadiche sedute soppalcate sullo sfarzoso, sconfinato salone.

Smisurato sdegno, soprattutto stupore stravolse sensi sgomenti.

Su seicento spettatori solo sei sconsiderati si stagliarono strenuamente spavaldi sulla sua soglia, senza superarla.

Sognavano scagliarsi subito sul sassofonista, soffocandolo subitaneamente.

Solo sessanta, scalpitanti secondi sembravano separare sopite, smodate sensazioni straordinariamente soddisfacenti, suggendone sanguinari sentori sul suggestivo sfacelo spasmodicamente sofferente, sgorgare sanguinolento sulla sala semideserta.

Stupì sentire, simultaneamente, ‘sti sei signori stabilire sia salutare sollevare subito sommossa sul sassofonista.

Speranzoso salvarsi, si salvò semplicemente scomparendo.

Successivamente, sulla sala, subentrò suadente, sovrumano silenzio.

Sassofonando
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